Discriminati in un hotel di Genova perché calabresi. Incredibile ma vero. Sembra una storia di tempi passati e invece è accaduto pochi mesi fa a una coppia di professionisti che aveva portato il loro figlio all’ospedale pediatrico Gaslini per una sospetta leucemia fortunatamente poi scongiurata.
Il viaggio, affrontato dai genitori con notevole apprensione per lo stato di salute del proprio bambino, si è trasformato in un vero episodio di razzismo.
La coppia di cosentini aveva pernottato all’Hotel Tirreno (nella foto), in via dei Mille a Genova, la notte precedente al fatto. Il bambino era stato sottoposto a un intervento chirurgico in day hospital e quindi, già provato dall’esperienza ospedaliera. Quando la famiglia è rientrata in albergo, al piccolo sono cadute le patatine dal sacchetto che teneva in mano. La madre, che si trovava con lui in quel momento, ha presentato le scuse all’uomo che era alla reception e la storia sembrava finita lì. Invece poco più tardi, quando il padre è andato a chiedere la chiave della stanza dopo pranzo, l’uomo si è presentato come il proprietario della struttura e ha iniziato a inveire contro la famiglia di «terroni incivili» perché le donne pulizie avevano riferito di aver trovato dei pinoli nella loro camera. Il professionista cosentino ha chiesto se c’erano spese aggiuntive, che sarebbe stato disposto a sostenere, e invece l’uomo ha continuato a inveire con parolacce intimando loro di lasciare subito l’hotel. Anzi, con strafottenza ha pure apostrofato «minde futto di tutti voi e ve lo dico in terronese». Quindi ha preteso che venisse pagata anche la stanza prenotata per il giorno successivo. Tutta questa scena ha fatto scoppiare in lacrime il bambino, rimasto visibilmente scosso anche nei mesi successivi. Quando ha chiesto al padre se quell’uomo fosse cattivo, il proprietario dell’hotel è balzato in piedi nella guardiola rispondendo «Siete voi terroni tutti cattivi». Per evitare che la situazione degenerasse, la coppia ha deciso a quel punto di andare via e pagare la camera (a un prezzo maggiore di quanto hanno poi pagato nell’altro albergo, trovato con notevole difficoltà a causa della concomitanza di diversi congressi). Il soggetto genovese ha apostrofato ancora frasi come: « Vi conosco, voi terroni siete tutti così, incivili, cafoni e coglioni, mafiosi nella vostra terra e pecore spaventate fuori dalla Calabria», e ancora: «Con clienti come voi paurosi e coglioni, che vanno via e pagano lo stesso, io faccio soldi». Il professionista calabrese ha sporto querela.
«Ho preferito reagire e protestare non con la violenza – racconta l’uomo - ma con le armi pacifiche che lo stato e la giustizia italiana mi mette a disposizione. Sono pronto ad andare fino in fondo per salvaguardare i miei diritti, e quelli dell’intero Sud Italia. È assurdo che a 150 anni dell’unità d’Italia, costata tanto sangue e tanto sacrificio, per risolvere un problema serio di salute si debba andare da Cosenza a Genova affrontare, con l’animo affranto, spese e viaggio ed incappare in persone razziste. Nulla da eccepire per il trattamento che ci hanno riservato all’Istituto Gaslini di Genova, sia dal punto di vista medico che umano, sono persone preparate, gentili ospitali e disponibili, anche con i calabresi».
La coppia di cosentini aveva pernottato all’Hotel Tirreno (nella foto), in via dei Mille a Genova, la notte precedente al fatto. Il bambino era stato sottoposto a un intervento chirurgico in day hospital e quindi, già provato dall’esperienza ospedaliera. Quando la famiglia è rientrata in albergo, al piccolo sono cadute le patatine dal sacchetto che teneva in mano. La madre, che si trovava con lui in quel momento, ha presentato le scuse all’uomo che era alla reception e la storia sembrava finita lì. Invece poco più tardi, quando il padre è andato a chiedere la chiave della stanza dopo pranzo, l’uomo si è presentato come il proprietario della struttura e ha iniziato a inveire contro la famiglia di «terroni incivili» perché le donne pulizie avevano riferito di aver trovato dei pinoli nella loro camera. Il professionista cosentino ha chiesto se c’erano spese aggiuntive, che sarebbe stato disposto a sostenere, e invece l’uomo ha continuato a inveire con parolacce intimando loro di lasciare subito l’hotel. Anzi, con strafottenza ha pure apostrofato «minde futto di tutti voi e ve lo dico in terronese». Quindi ha preteso che venisse pagata anche la stanza prenotata per il giorno successivo. Tutta questa scena ha fatto scoppiare in lacrime il bambino, rimasto visibilmente scosso anche nei mesi successivi. Quando ha chiesto al padre se quell’uomo fosse cattivo, il proprietario dell’hotel è balzato in piedi nella guardiola rispondendo «Siete voi terroni tutti cattivi». Per evitare che la situazione degenerasse, la coppia ha deciso a quel punto di andare via e pagare la camera (a un prezzo maggiore di quanto hanno poi pagato nell’altro albergo, trovato con notevole difficoltà a causa della concomitanza di diversi congressi). Il soggetto genovese ha apostrofato ancora frasi come: « Vi conosco, voi terroni siete tutti così, incivili, cafoni e coglioni, mafiosi nella vostra terra e pecore spaventate fuori dalla Calabria», e ancora: «Con clienti come voi paurosi e coglioni, che vanno via e pagano lo stesso, io faccio soldi». Il professionista calabrese ha sporto querela.
«Ho preferito reagire e protestare non con la violenza – racconta l’uomo - ma con le armi pacifiche che lo stato e la giustizia italiana mi mette a disposizione. Sono pronto ad andare fino in fondo per salvaguardare i miei diritti, e quelli dell’intero Sud Italia. È assurdo che a 150 anni dell’unità d’Italia, costata tanto sangue e tanto sacrificio, per risolvere un problema serio di salute si debba andare da Cosenza a Genova affrontare, con l’animo affranto, spese e viaggio ed incappare in persone razziste. Nulla da eccepire per il trattamento che ci hanno riservato all’Istituto Gaslini di Genova, sia dal punto di vista medico che umano, sono persone preparate, gentili ospitali e disponibili, anche con i calabresi».
Annalia Incoronato
FONTE calabriaora.it
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