Dato della ragioneria dello stato sui dipendenti
7 dicembre 2011 - La notizia è stata diffusa quasi in sordina e, onestamente, all’inizio ci credevamo poco pure noi così abbiamo indagato. Lo scorso 10 novembre la Ragioneria Generale dello Stato ha diffuso i dati relativi ai dipendenti pubblici relativi al 2009 e sorprendentemente viene fuori che né Roma ladrona, né la solita maglia nera Sicilia, hanno conquistato il primato sul numero di impiegati pubblici assunti a tempo indeterminato. Sul gradino più alto del podio vola l’opulenta Lombardia che totalizza il 12,5 per cento dei lavoratori dello Stato. Sono quasi 420mila (secondo i dati aggiornati al 2009), vale a dire circa 20mila in più rispetto al Lazio, quindi Roma, con i suoi ministeri, Camere, Quirinale, ambasciate, etc.
La Sicilia è quarta, dietro alla Campania; ma attenzione la Regione deve fare i conti anche con l’esercito di Forestali e dipendenti dei beni culturali che altrove sono a carico diretto dello Stato. Va rilevato, però, che la Sicilia ha fornito dei dati parziali, ma non sul numero effettivo dei dipendenti al 31 dicembre del 2009. Si legge, infatti, sul sito della Ragioneria Generale dello Stato “Casi particolari di inadempienza sono quelli del Consiglio Superiore della Magistratura e della Regione Sicilia. Quest’ultima ha inviato nel corso degli anni – al di fuori del canale usuale di raccolta – i dati relativi al personale ma non quelli delle assenze e delle spese. Tali dati non sono compresi in quelli pubblicati”.
Il dato della Ragioneria in merito alla Sicilia non dovrebbe comprendere il popolo della formazione, ma è opportuno sottolineare che negli anni ‘80 lo Stato trasferì una serie di competenze e quindi di oneri alla Regione. Tuttavia, non volendo essere né ipocriti né populisti sulla vicenda continueremo ad approfondire. E’ certo che negli ultimi 2 anni in Sicilia abbiamo assistito alle stabilizzazioni di massa, ma è altrettanto rilevante che al Nord, solo qualche settimana fa, sono state inaugurate le sedi distaccate di alcuni ministeri che se dovessero diventare qualcosa in più di un simbolo politico-istituzionale, renderebbero il dato sul personale lombardo più ‘importante’ di quanto si pensi.
Come detto, questa notizia è stata diffusa in modo quasi ‘carbonaro’ e conti alla mano ci chiediamo se quanto più volte denunciato da alcuni scrittori importanti (casualmente nati al Nord) su questioni che (casualmente) riguardano in modo preponderante il Mezzogiorno siano vere tanto quanto i numeri rilevati dalla Ragioneria Generale dello Stato in questa analisi. E poi, perché di tanto in tanto certe “belle penne”, senza fare nemmeno così tanti chilometri, non si occupano di casi come quello della Lombardia?
FONTE: palermo.blogsicilia.it
La Sicilia è quarta, dietro alla Campania; ma attenzione la Regione deve fare i conti anche con l’esercito di Forestali e dipendenti dei beni culturali che altrove sono a carico diretto dello Stato. Va rilevato, però, che la Sicilia ha fornito dei dati parziali, ma non sul numero effettivo dei dipendenti al 31 dicembre del 2009. Si legge, infatti, sul sito della Ragioneria Generale dello Stato “Casi particolari di inadempienza sono quelli del Consiglio Superiore della Magistratura e della Regione Sicilia. Quest’ultima ha inviato nel corso degli anni – al di fuori del canale usuale di raccolta – i dati relativi al personale ma non quelli delle assenze e delle spese. Tali dati non sono compresi in quelli pubblicati”.
Il dato della Ragioneria in merito alla Sicilia non dovrebbe comprendere il popolo della formazione, ma è opportuno sottolineare che negli anni ‘80 lo Stato trasferì una serie di competenze e quindi di oneri alla Regione. Tuttavia, non volendo essere né ipocriti né populisti sulla vicenda continueremo ad approfondire. E’ certo che negli ultimi 2 anni in Sicilia abbiamo assistito alle stabilizzazioni di massa, ma è altrettanto rilevante che al Nord, solo qualche settimana fa, sono state inaugurate le sedi distaccate di alcuni ministeri che se dovessero diventare qualcosa in più di un simbolo politico-istituzionale, renderebbero il dato sul personale lombardo più ‘importante’ di quanto si pensi.
Come detto, questa notizia è stata diffusa in modo quasi ‘carbonaro’ e conti alla mano ci chiediamo se quanto più volte denunciato da alcuni scrittori importanti (casualmente nati al Nord) su questioni che (casualmente) riguardano in modo preponderante il Mezzogiorno siano vere tanto quanto i numeri rilevati dalla Ragioneria Generale dello Stato in questa analisi. E poi, perché di tanto in tanto certe “belle penne”, senza fare nemmeno così tanti chilometri, non si occupano di casi come quello della Lombardia?
FONTE: palermo.blogsicilia.it
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