Ha avuto una gestazione difficile, il progetto risale addirittura ad otto anni fa, e ha incontrato anche qualche resistenza in cda prima di avere il via libera definitivo. Il 13 aprile partono le riprese di una delle fiction più attese dell'anno, la miniserie in due puntate dedicata alla figura di Anita Garibaldi, la brasiliana amata dall'eroe dei due mondi che lo seguì in Italia e proprio lì trovò la sua fine a soli 28 anni incinta del quinto figlio - dopo la breve parentesi della Repubblica Romana, conclusasi con una sconfitta durissima per i garibaldini e una fuga disperata. La Rai nell'ambito delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia ha puntato su una fiction ambiziosa e di grande impatto storico ed emotivo.
La miniserie racconterà i dieci anni della storia d'amore tra Garibaldi e Anita, per l'esattezza dal 1839 data dell'incontro della coppia in Brasile (lei aveva 18 anni lui 32), al trasferimento in Uruguay per poi arrivare in Italia nel 1848 dove Anita morì a Ravenna l'anno successivo. Una storia caratterizzata non solo da amore e avventura ma che vuole guardare al punto di vista storico e politico dell'epoca.
La moglie brasiliana dell'eroe dei Mille, è morta di setticemia, incinta del quinto figlio, mentre fuggiva con il marito nelle valli di Comacchio, inseguiti dalle truppe pontificie e francesi.
La fiction recentemente aveva incontrato le ire anche della Padania: il quotidiano del Caroccio l'aveva definita addirittura inutile e costosa (parlava di 4 milioni di euro).
Anita che incarnò l'ideale di donna-guerriero che combatteva per i diritti dei popoli e per l'eguaglianza dei cittadini, proveniva da una famiglia molto modesta: nata nel 1821 in Brasile a Morrinhos, presso Laguna nella provincia di Santa Catarina, figlia di un mandriano. Già sposa giovanissima di Manuel Duarte de Aguiar, conobbe Giuseppe Garibaldi nell'agosto del 1839 a Laguna occupata dagli insorti del Rio Grande del Sud e lo seguì sulla nave dei ribelli Rio Pardo. Da allora per dieci anni fu la inseparabile compagna dell'inquieta vita di Garibaldi, dividendone pericoli e fatiche «non meno fervida di me - scrisse l'eroe - per la sacrosanta causa dei popoli e per una vita avventurosa». Nel 1842, essendo morto il primo marito di Anita, la coppia si sposò a Montevideo. Nel 1847 con i figli Menotti, Teresita e Ricciotti, Anita si imbarcò per l'Italia, precedendo il marito con cui si ricongiunse in Toscana nell'ottobre 1848. Separatasi nuovamente da lui quando Garibaldi si si recò alla difesa di Roma, lo raggiunse pochi giorni prima che la Repubblica romana cadesse. Il 2 luglio 1849 Garibaldi abbandonò Roma insieme con Anita, sofferente e in avanzato stato di gravidanza. La drammatica fuga, attraverso pericoli e privazioni d'ogni genere, che Anita volle condividere con l'eroe finchè potè, spezzò la fibra della giovane donna. Ormai agli estremi fu trasportata in una fattoria, vicino a Ravenna, dove il 4 agosto 1849 spirò. Garibaldi, braccato dagli Austriaci, disperato, dovette fuggire immediatamente dal luogo. L'ultima sepoltura di Anita dopo varie riesumazioni sarà presso la chiesa delle Mandriole. Garibaldi verrà a prendere i suoi resti al ritorno dall'esilio, per seppellirla vicino alla madre, a Nizza nel 1859. Da lì nel 1932 sarà portata nel monumento elevato per lei sul Gianicolo, a Roma.
FONTE: ragusanews.com
inizia un altro polpettone pieno di retorica e di menzogne,Anita era una donna sposata e madre di 4 figli, li abbandono' per scappare con il ladro di cavalli e commerciante di schiavi cinesi di nome Garibaldi...una donna cosi non la chiamano eroina ma p....na
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