Lo scrittore più seguito in Italia che “ha ridato voce e dignità al Sud” dicono i lettori: il Liceo classico ‘V. Lanza’ di Foggia ha ospitato questa mattina lo scrittore pugliese Pino Aprile. Dopo il successo di ‘Terroni’ lo scrittore torna in scena per la presentazione del suo ultimo libro ‘Giù al Sud’.
Questa mattina 13-01-2012 nell’aula Magna di Foggia Pino Aprile, giornalista e scrittore, ha presentato ‘Giù al Sud’, più che un libro un viaggio che a tappe percorre le radici del Sud e accompagna i lettori alla scoperta di cosa accade davvero al Mezzogiorno considerato, per luoghi comuni, la parte d’Italia in cui non accade mai nulla, o nulla di buono.Lo scrittore sceglie la scuola perché gli alunni “sono parte di noi”,quel futuro da cui ammette essere stato sempre affascinato e incuriosito. Attraverso la realtà scolastica che, a suo dire, “studia” un po’ per mestiere un po’ per passione, si può capire chi sono le nuove generazioni, cosa pensano, come vivono e cosa cercano di comunicare.
Il mondo nei secoli è cambiato, nella preistoria l’agricoltura rappresentava il futuro perché il cibo garantiva all’uomo la possibilità di arrivare a domani. Con la rivoluzione industriale questo bisogno di arrivare a domani è diventato un modo per produrre sempre di più, un bisogno non naturale che ha portato fino ai giorni nostri: la rivoluzione informatica.
Il web, mezzo potentissimo che mai prima d’ora aveva dato la possibilità di rendersi lontani e vicini allo stesso tempo dove non importa più quali sono le proprie radici e quelle degli altri, se si è “terroni, del Sud, dell’Italia”, conta solo l’incontro.
In questa nuova era della globalizzazione i giovani rappresentano una potentissima arma, non si ha più paura dell’altro che non rappresenta un pericolo se non lo si conosce, questo elemento è sfuggito per troppi anni alle generazioni precedenti.
Il risorgimento aveva lasciato al Sud solo individui, non c’erano più le comunità con le loro tradizioni e la loro cultura “e in quella condizione chiunque può farti qualunque cosa perché sparisce ogni capacità di reazione” dice Aprile. La parte aggredita, quella che riusciva a salvarsi dalla morte, si metteva al servizio dell’aggressore creando confusione, delinquenza diffusa poi diventata mafia.
Oggi c’è un recupero consapevole della propria storia, del sapere che prima era stato calpestato e negato dal risorgimento colpevole di aver privato le comunità della loro cultura della storia e della civiltà.
“Il Sud rinasce perché è pieno di figli di Falcone e Borsellino”. In Calabria ad esempio i giovani si oppongono alla mafia, hanno aperto delle redazioni giornalistiche e con informazione pulita continuano il loro lavoro nonostante le minacce continue. Un segnale forte quello di tanti calabresi pronti a combattere la mafia, non a coprirla né a sottomettersi, un vero esempio di come le identità vere si uniscono e si confrontano perché non hanno nulla da temere.
Questo è il messaggio che Pino Aprile vuole lasciare agli alunni del Liceo Lanza e a tutti i suoi lettori, quando si ha un problema molto spesso la risposta è già dentro di sé, non bisogna aspettare gli altri, non bisogna guardare altre realtà, perché la soluzione è già lì basta vederla.
Mantenere le proprie origini significa arricchirsi perché alle proprie si sommano quelle degli altri ma non si perde la propria identità. Un libro “dedicato a chi resta, perché sceglie di restare. “Giù al Sud” è “dedicato a chi torna perché sceglie di tornare. Dedicato a chi guarda casa sua con la meraviglia del forestiero”.
FONTE: ilquotidianoitaliano.it
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