Il sindaco: «E il Pd è un astronauta perso nello spazio»
Michele Emiliano
ROMA - Questo governo è contro il Sud! Michele Emiliano, come è noto, non ama il chiaroscuro e va diritto in pancia: in questo caso si tratta del decreto Salva Italia dell’esecutivo di Mario Monti che, disciplinando il gettito Imu, sostanzialmente riduce il fondo previsto per riequilibrare i territori del Sud con quelli del Nord. Il sindaco di Bari parla di saldo zero per il Mezzogiorno, ma anche se non è propriamente così (ancora non si possono fare esattamente i conti), i tagli sono in essere e comunque resta la polemica politica violentissima. All’indomani della prima riunione della Commissione paritetica governo, Regioni, enti locali, Emiliano afferma: «Monti è un uomo di Stato con idee rispettabili, ma diverse dalle mie. È espressione della destra finanziaria, certo non cialtrona, ma che io ho il diritto di criticare. Del resto ha ottenuto il plauso della Ue, ma bloccando le dinamiche pensionistiche senza toccare i ricchi. La mia è, dunque, una contrarietà ideologica, umorale ed economica». Il sindaco ne ha anche per il Pd, il suo partito: «Governato da nordisti, proprio non ce la fa ad entrare nel mistero napoletano, nel mistero meridionale. A questo punto tocca a tutti noi sindaci e governatori del Sud fare squadra, in vista dell'incontro del 17 con il governo».
Sindaco, Monti peggio di Calderoli? Danneggia il Mezzogiorno più dell’ex ministro leghista?
«Con la manovra Salva Italia è stata introdotta l’Imu e con due articoli sostanzialmente si stabilisce che l'equivalente della metà del gettito proveniente dalle prime case che resta in mano ai Comuni venga decurtato dal fondo di perequazione. In sostanza il saldo per noi è zero. Questo è il risultato della debolezza politica del governo Monti e dell'ipocrisia della Lega che ottiene moltissimo con la manovra. A riprova di ciò ricordo che il premier ha detto che ci sono partiti che sostengono l'esecutivo più di quanto non appaia, mentre la Lega ha abbassato il livello delle polemiche. Questa situazione è il frutto del patto stretto tra i sindaci del Centro-Nord con la Lega, come già denunciammo».
Le sue parole non sono il frutto di un retropensiero? Lei si candidò invano alla presidenza dell'Anci a nome del Sud e quando cadde il governo Berlusconi auspicò le elezioni anticipate, magari per correre per la presidenza della Regione, dato che Vendola notoriamente si vuole candidare per la premiership.
«Sarebbe demenziale pensare di far cadere un governo per diventare presidente della Regione; quanto all’Anci meglio così come è andata, dato il mio carattere poco conciliante. Ricordo che appartengo alla razza dei magistrati rompiscatole che quando hanno una notizia non si tengono il cece in bocca. E dunque ripeto che, grazie alla manovra di Monti, a Bari, Napoli, Palermo non arriveranno più tutti i fondi così come previsto dal fondo sperimentale di perequazione. Un errore, perché bisognerebbe tener sempre conto del differenziale di sviluppo tra le varie aree del Paese».
Dunque non crede al governo quando delinea le misure per il Mezzogiorno?
«Ne valuteremo le intenzioni il 17. Intanto distinguo: il ministro Fabrizio Barca, non il governo, sta facendo cose giuste, per cui gli sono grato. Intervenire sui fondi strutturali era doveroso dal punto di vista tecnico, ma questo non è frutto di una scelta politica dell’esecutivo, a cui riconosco l’onestà intellettuale tecnico-giuridica. Tremonti e la Lega, invece, i fondi destinati al Sud avrebbero voluto destinarli tutti per impieghi diversi».
Oggi attacca il governo Monti, ieri attaccava il governo Berlusconi: il suo partito condivide le sue battaglie in difesa del Sud?
«Il Pd è in grandissima difficoltà, è come l'astronauta che esce dalla navicella per ripararla e si perde nello spazio. Non riesce a decifrare i problemi del Mezzogiorno, eppure avrebbe amplissimi margini di espansione proprio al Sud. È qui che alle prossime elezioni marcherà la differenza, ma solo se riuscirà a non privilegiare gli interessi del Nord».
Il Mezzogiorno cosa dovrebbe chiedere al governo nella riunione di martedì prossimo?
«Comuni e Regioni dovrebbero trovare un accordo affinché i fondi siano erogati alle città che più velocemente possono utilizzarli e di questo ragionare con Monti».
A proposito delle polemiche sulle liberalizzazioni delle licenze taxi, condivide la difesa della categoria da parte del sindaco Luigi De Magistris?
«Non si commentano le decisioni dei colleghi. Ma di certo so che a Bari, grande un terzo di Napoli, il provvedimento di liberalizzazione colpirebbe una categoria già stremata come quella dei tassisti».
FONTE: corrieredelmezzogiorno.corriere.it
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