venerdì 4 novembre 2011

"I PECORONI"

Il mio Sud è fatto di persone sane e belle. Son quelle che se pur taluni non lasciano la mancia al bar o un po di spicciolo al semaforo o non pagano tutto, tutto il dichiarabile, - purché non evadano prevaricando su  un suo simile … ma qui son mosche bianche perché verrebbe diseredati  della propria appartenenza -  restano persone pulite.
La storia ci vuole vinti, sconfitti. Quando si perde il territorio si diventa colonia e a quella comunità umana, si può dir tutto il male di  possibile facendolo  passare  come giudizio normale, regolare, addirittura legittimo! Hanno perso, dunque, inferiori.
Il fatto che fece sorgere la ormai la sfiancante “questione meridionale” fu  che, in verità, non perdemmo mai la nostra terra, insomma non si è mai  perso!
Che abusarono dei colonizzati,- e ancora rastrellano - ebbene ciò, non ha mai spento la vigoria che fu d’allora, che pur se traditi, ma per eroismo e coraggio non caddero. Noi siamo i loro indegni pronipoti che non dimenticano.
Ci vogliono ignoranti ma non lo siamo! Siamo la culla  della civiltà occidentale; ci vogliono sozzi e sfaticati ma abbiamo dimostrato al mondo il contrario. Siamo quelli che buttano il sacchetto dei rifiuti dalla finestra? Una leggenda metropolitana, però possibile per alcuni solitari individui. E’ come se si dicesse, che per via delle fanfaluche di Calderoli e Bossi,  tutto il Nord è ebete. Venne quel tempo che si chiamò Rastrelli – Bassolino, il tempo che segnò il passo della politica  locale corrotta dai corruttori filopiamontesi che ci lasciava vivere senza il servizio della rimozioni dei rifiuti. E’ bastato un minimo di funzionalità della “differenziata” e, al solito, tutti si sono mossi, come congegni a scatto, verso il più alto civismo. Basta, però, che si fermi e crolla tutto e ricominciano le immagini e l'ingiuria
Siamo quelli che sparano dalle finestre o acquattati sui terrazzi, con fucili di precisione per colpire  turisti che s’azzardano a venire al sud o quell’altro per vendicarsi, ma poi dei coraggiosi giungono - da ogni regioni o da altri paesi - pur scoraggiati dalle immagini accompagnati da commenti malevoli e restano, invece,  stupiti, esterefatti per la menzogna.
Siamo quelli delle montagne di rifiuti, ma già in altre città se ne vedono come accadde a noi e pare siano in difficoltà per le polveri dei termovalorizzatori. Siamo quelli dello scippo, … come negarlo, ma il totale di tutti i tipi di reati sono nelle città del Nord e Centro d’Italia. Roma in questi due ultimi anni - ce ne dispiacciamo- è letteralmente assediata dalla delinquenza e violenza
Anni addietro, lo ricordo come un incubo,  un nostro quotidiano che si diceva della città,  metteva sul nome della testata, come una sorta di display di un TELETHON,  quanti morti per camorra cadevano sulle nostre strade ogni giorno. Non ho visto il “Messaggero” fare lo stesso.  Siamo anche quelli della pizza, mandolino e pummarole. Si è vero e  li abbiamo resi prodotti protetti e unici e appartenenti esclusivamente alla nostra terra , … dei mandolini, invece,  un’arte pregevole.  Siamo quelli che nel DNA. (secondo il leghista Giorgio Bocca, quello della Resistenza) hanno l’apatia e l’arretratezza nei genoma per volere divino.
Un giorno vorrò interessarmi della biografia del Bocca, … son certo che quel signore l’unica resistenza che ha visto è quella “do fierro pè stirà ‘e panne”
Sembra incredibile! Ma orami nessuno più, nell’intimo, ci crede!  Il “luogo comune” oggi è anche più feroce ma questo s’origina dalla genesi del nostro avanzare!
Che possono fare se non usare una rabbiosa reazione?  E’ il caso  di quel calabrese che, raggiunto un ospedale di Genova per curare il proprio figliolo,  è stato offeso e buttato fuori da un albergo! Lo chiamava pavido, il proprietario, perché non reagiva! Ha reagito con civiltà e legittimità lasciando quell’uomo alla legge.    
Credo che se resteranno immagini associate a certe parole di “luogo comune” si dovrà ancora subire ma per poco. Ma lasciamo la ripida discesa verso il cretinismo e parliamo della mia gente!
Dicevo del “luogo comune”!  Bisognerebbe, per onestà intellettuale, dire da dove e come nasce, il cosiddetto “luogo comune”, il   dire, il  pensare, il giudicare, quella cosa se non perché  essa pure esprime, tuttavia,  una  certa realtà. La realtà del "luogo comune"   non è necessariamente  vera.
Immaginatevi l’Agorà napoletana corrispondente, oggi, a piazza san Gaetano dove sorge la chiesa di San Paolo o dell’antico tempio dei Dioscuri. Era una piazza dove si commerciava, si incontravano centinaia di gente diversa per vesti e cultura provenienti da altri luoghi. Un giorno si giudicava quella merce o quel tale ma il giorno dopo il contrario. Ne veniva fuori un idea mista ma omogenea ,  frammentata ma  maggiorante! Per dir di quello che vendeva ad un turco si diceva quell'  infedele. Insomma il “Luogo” (piazza, agorà)”Comune” (mercato per tutti) era il giudizio vago ma identificativo di qualcuno o cosa.
Dunque, diamo senso alle cose e per la verità che maggiormente s’avvicina al reale. Insomma siamo quelli, quei nipoti di quegl'eroi, letterati, artisti, storici e matematici, uomini d'immenso intelletto libero e colto. Quelli che non mettono confini ai pensieri, siamo, oggi, il passato che si fa futuro. Siamo gli ex di costoro.
Non è un caso che la preposizione "ex"  seguita da un trattino indichi il “passato” ma anche dal latino “ fuori di, via da’”
Non è un caso  che “e-gregio” d'origine latina è  ĕx = FUORI  ed grĕx, gregis = GREGGE, ossia fuori dal gregge, fuori dai pecoroni sottomessi come non furono i nostri padri  su un bastione foracchiato baluardo di un regno a difesa di Roma.
Rassegnazione? Finiamola! Quel popolo è ancora qui, vibrante e pronto con la propria propositività con  il vanto degli EX.
arch. Bruno Pappalardo - Partito del Sud Napoli
     
  i pecoroni

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