Il futuro governo Monti avrebbe la strada spianata: ci sarebbe un accordo tra il premier uscente Silvio Berlusconi e il neosenatore a vita per dare l'appoggio ad un governo a componente tecnica, seppur a tempo. Ma prima ci dovranno essere le dimissioni del premier, le consultazioni e il conferimento del mandato da parte del presidente della Repubblica. La macchina si è messa in moto dopo che la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva con 379 voti a favore 26 no e 2 astenuti il ddl stabilità. Tensioni in aula in precedenza dopo gli interventi di Dario Franceschini (Pd) e Francesco Cicchitto (Pdl), con i supporter del premier che gridavano «Silvio, Silvio», mentre i leghisti tuonavano «elezioni, elezioni». Le dichiarazioni di voto sono state l'ultimo atto della stagione politica berlusconiana, almeno per quanto riguarda questa legislatura. Da segnalare quella di Franceschini per il quale: «Quanto tempo si è perduto. Quanto sarebbe stato diverso se il 14 dicembre dell'anno scorso quel voto fosse andato diversamente, non avremmo sprecato un anno. E di quelli che hanno causato quella situazione ci sono nomi e cognomi agli atti parlamentari, e non li dimenticheremo».
La giornata parlamentare si è chiusa di fatto con un'invettiva del responsabile Domenico Scilipoti: «Il giorno 14 di dicembre 2010 ho fatto una scelta e di quella scelta non mi pento», ha assicurato il deputato di Popolo e territorio, «è stata sventata un'operazione che cercava di portare a Palazzo Chigi un personaggio importante che aveva rapinato gli italiani con i derivati». «Oggi si sta facendo un colpo di Stato perchè questo è l'ultimo parlamento eletto dai cittadini italiani», ha gridato. «Da domani saremo commissariati da un personaggio che appartiene alla lobby delle banche ed è stato indicato non certo per salvare l'Italia, ma per garantire un gruppo di mercenari e di delinquenti». SBOCCO FINALE - La crisi di governo sta quindi per arrivare al suo sbocco finale: incarico al neosenatore a vita Mario Monti. Da quanto trapela inizieranno infatti già domenica le consultazioni del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per la formazione di un nuovo governo. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è atteso questa sera alle 20.30 al Quirinale per le dimissioni. Non appena il premier avrà formalizzato le dimissioni, il Quirinale comunicherà il calendario delle consultazioni. Il premier infatti ha scelto, dopo aver presieduto, come da prassi, l'ultimo consiglio dei Ministri, di partecipare, prima di salire al Colle, ad un vertice del Pdl che dovrà definitivamente chiarire la posizione del partito nei confronti del possibile incarico a Monti. Nel corso del consiglio dei Ministri Berlusconi «ha ringraziato sentitamente i colleghi di governo per il proficuo e intenso lavoro compiuto e ha rivolto un ringraziamento particolare al sottosegretario Gianni Letta». Berlusconi poi nel corso del vertice del Pdl ha spiegato che «la sinistra non vuole che Gianni Letta faccia parte del nuovo governo».
LA GIORNATA DI MONTI - A fare da contraltare alla giornata del premier uscente c'è quella del (probabile) prossimo presidente del Consiglio. Quello che viene indicato da tutti come il premier in pectore, infatti, ha varcato il portone di palazzo Giustiniani dove si trovano i suoi nuovi uffici poco prima delle 9 e 30 di sabato mattina. Appena un'ora dopo l'incontro con il neo presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi. Anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani insieme al suo vice Enrico Letta hanno avuto un incontro informale con il neosenatore sempre a Palazzo Giustinani. Poi c'è stato l'incontro a Palazzo Chigi fra Monti e il premier Silvio Berlusconi, durato oltre 2 ore, presenti anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il segretario del partito Angelino Alfano. Qui, come detto, Monti avrebbe ottenuto il via libera da parte del premier al nuovo governo. Poi Monti ha incontrato il leader dell'Udc Pierferdinando Casini.
FONTE corriere.it
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