Pino, un anno fa ad Afragola ti ospitammo per presentare il bestseller 'Terroni', che intanto ti ha portato in giro per il mondo e recentemente anche negli Stati Uniti e Canada dove è stata pubblicata la versione in inglese. Rispetto ad un anno fa, che tipo di sensibilità riscontri oggi nelle tante persone che incontri in riferimento alla questione unitaria, meridionale e settentronale? Quanta consapevolezza c'è e quanto questa si è tramutata in voglia di riscatto?
P.A.: C'è una maggiore, diffusa consapevolezza, il che induce a dismettere gli
atteggiamenti minoritari, a non accettare di essere giudicati, trattati come cittadini sopportati e persino malsopportati. Specie fra i giovani, che girano con facilità e vedono cosa accade negli altri Paesi, questo risulta ormai inconcepibile. E l'accresciuta coscienza di una diseguale e ingiusta condizione porta alla nascita di iniziative politiche, culturali, civili, economiche… C'è qualcosa di nuovo che mette radici.
All'estero riscontri lo stesso interesse che ritrovi nei tuoi incontri in Italia?
P.A.: Certo. Specie fra le nostre comunità, anche se spesso si tratta di italiani di seconda, terza generazione, che non parlano una parola della nostra lingua o credono di farlo sciorinando un gergo dialettal-foresto che sembra inventato da Totò e Peppino. Ma quanta intensità, profondità! E che spinta al recupero indentitario! Ho appena saputo che Terroni, nella sua edizione americana, comincia a essere adottato a scuola.
E' di recente uscita anche il nuovo libro 'Giù al Sud', in cui parli anche della tua visita ad Afragola. Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro e che ricordo hai di Afragola?
P.A.: Giù al Sud sta a domani, come Terroni sta a ieri. Ho voluto documentare la vastità delle iniziative che, nel disinteresse del resto del Paese, stanno sorgendo e crescendo a Sud. Di una parte di Afragola ricordo il contrasto fra una situazione in tutti i sensi disperata e la determinazione con cui tanti di voi si muovevano, certi di poterla cambiare in meglio. Ci voleva non solo coraggio, ma una capacità visionaria notevole! E ora apprendo che state raggiungendo già dei risultati cui nessuno avrebbe creduto. Accidenti!
Tornerai ad Afragola a presentare 'Giù al Sud'?
P.A.: Certo!
Nel libro parli del rione Salicelle ed accenni al Parco la Nuova casa. Recentemente quel Parco, annegato nel contesto degradato che tu descrivi nel libro, ha ottenuto un bel riconoscimento. Grazie al contributo del nostro Comitato 'NO Discariche' e di Legambiente, che lottano sul nostro territorio per l'adozione di un ciclo rifiuti ecosostenibile alternativo a discariche ed inceneritori, il Parco ha raggiunto in pochi mesi il 70% di raccolta differenziata ed è stato premiato con menzione speciale nell'iniziativa dei Comuni ricicloni della Campania. C'è speranza quindi?
P.A.: C'è qualcosa di più: c'è la certezza che quando si vuole, ci si riesce. L'importante è cominciare, non importa da dove e quanto grande sia il primo risultato che si ottiene, perché averlo ottenuto abitua a vedere raggiungibili anche gli altri. E gli scettici, i rassegnati cominciano a ricredersi.
Grazie Pino, e in bocca al lupo.
P.A.: in bocca al lupo a voi.
FONTE: afragolaweb.it
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