mercoledì 14 dicembre 2011

TREDICESIME A RISCHIO

TREDICESIME A RISCHIO 

Imprese col cappio al collo: gli istituti di credito chiudono il fido bancario e la difficoltà, nel settore privato, di pagare le tredicesime è diffusa. Lo confermano i sindacati. Intanto a Padova un altro imprenditore si è tolto la vita: la banca gli negava soldi, doveva ripatrimonializzarsi

Adesso vorrei sapere chi glielo dice alla moglie e ai due figli di quell'imprenditore padovano che si è suicidato perché non aveva i soldi per pagare gli stipendi, le tredicesime ai suoi dipendenti, che la banca alla quale si era rivolto ha chiesto il rientro dei fidi concessi perché doveva ripatrimonializzarsi in seguito alla crisi dell'Euro.
Vorrei sapere chi glielo dice a sua moglie e ai suoi figli che il motivo per il quale il loro marito, il loro padre si è suicidato è perché i clienti, spesso aziende pubbliche o enti pubblici locali, non avevano i soldi per pagare i lavori che la sua ditta edile aveva fatto.
La storia di questo imprenditore che si è sparato un colpo in testa lasciando un biglietto "scusate non ce la faccio più" è una storia emblematica di questa crisi, che porterà moltissime piccole e medie imprese a non avere i soldi in cassa per pagare le tredicesime quest'anno.
Io, che di mestiere faccio il giornalista economico e con gli imprenditori (e i sindacalisti) parlo sovente, vi posso dire che è vero, quest'anno le imprese faranno una gran fatica a pagare le tredicesime, che saranno probabilmente più magre e sicuramente in moltissimi casi saranno pagate in ritardo, magari a gennaio e comunque solo quando i clienti per i quali queste imprese hanno lavorato avranno le loro stesse i soldi per pagare le fatture. Dunque, è un circolo vizioso, alla fine anche i dipendenti delle imprese sane che hanno commesse e che lavorano vedranno decurtate le loro tredicesime.
È una storia minore quella di questo imprenditore padovano che si è suicidato perché non aveva i soldi e nessuno gli faceva più credito e i suoi clienti non lo pagavano? No, non credo sia una storia minore. Ricordo le parole di Madre Teresa di Calcutta: quando qualche grande economista di qualche ente monetario internazionale la rimproverava dicendo: 'non è così che si salvano i poveri del mondo perché i problemi sono molto più ampi, sono problemi monetari mondiali e non è certo facendo della carità che risolve questi problemi', Madre Teresa di Calcutta rispose: 'mentre voi salvate il mondo, io salvo la vita a questo lebbroso'.
Credo che finché la politica non si piega sulle sofferenze delle persone, questi problemi saranno sempre maggiori e avremo sempre più imprenditori incapaci di riuscire a tirare avanti, di chiudere l'anno perché qualcuno non paga. Fino a quando la politica penserà al problema di salvare il mondo e non di salvare la vita, questi problemi diventeranno sempre più ingestibili.
La verità è che questa crisi è nata nel cuore della finanza privata e fino a quando non si inciderà sulle cause di questa crisi che è nata nel 2007 e che ci stiamo ancora trascinando dopo 4 o 5 anni, non se ne uscirà mai a venire a capo. Noi stiamo cercando di salvare un cadavere che cammina che si chiama Euro e non ci rendiamo conto che siamo impotenti, nessun Fondo salva stati potrà salvare uno Stato. Io, nonostante tutto, continuo a credere che sarà la politica a salvarci.
Il fatto che le imprese avranno difficoltà a pagare le tredicesime ovviamente avrà dei riflessi immediati sui consumi interni, che saranno depressi già da questa manovra recessiva decisa dal Governo Monti. In più, la difficoltà a recuperare i soldi per pagare le fatture da parte di clienti ritardatari ovviamente inciderà sull'economia globale dei consumi interni, soprattutto in vista del Natale.

FONTE: cadoinpiedi.it

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