Edward Luttwak è membro del CSIS Center for Strategic and International Studies di Washington.
Luttwak: E' evidente che il sistema Italia, negli ultimi 50 anni, ha favorito il Nord molto più del Sud. Regalando un mercato protetto, quello appunto meridionale, dove si possono vendere macchinette scassate a alto prezzo. E vero che lo Stato ha anche assicurato massicci tras...ferimenti di soldi dal No...rd al Sud, ma quando l'oro estratto al Nord viene filtrato attraverso una rete politica di clientele ciò che arriva a destinazione è soltanto acido corrosivo, peggio fango: perché anziché favorire lo sviluppo provoca un ulteriore deperimento.
Un meccanismo malefico che ha scoraggiato gli imprenditori meridionali dall'assumere rischi, e li ha trasformati in clientes, collettori di quei fondi set...tentrionali che in cambio di consenso politico Roma smistava al Sud. Quindi è logico pensare che se il Sud venisse lasciato a sé stesso, e per sopravvivere fosse quindi obbligato a sfruttare le proprie risorse, le cose per i meridionali andrebbero molto meglio. Sono convinto che un Sud indipendente, abbandonato dalla Padania, riuscirebbe a camminare bene con le sue gambe. Progredirebbe anzi molto più del Nord.
Perelli: Il Nord è otto volte più ricco del Sud. Al di là dei dibattiti sul federalismo e delle sue virtù terapeutiche a lungo raggio, cosa si può fare al momento per ridurre queste abissali distanze?
Luttwak: Il concetto di Sud è diventato un'astrazione che non tiene assolutamente conto della realtà. Ci sono zone in Puglia, per esempio, che come capacità produttiva e livello di reddito competono con le aree del Nord. E allora?
Perelli: Ma perché allora i fallimenti vengono imputati anche alla presunta pigrizia delle popolazioni meridionali?
Luttwak: Il motivo è politico. Tutte le problematiche italiane più affascinanti sono concentrate al Sud. È lì che crollano gli alibi della Prima repubblica. È proprio li, dove lo Stato ha cercato di essere più attivo, che anziché il progresso si è prodotto il massimo dello scempio.
Perelli: C'è una corrente della cultura italiana, il meridionalismo, che ha prodotto fior di dibattiti accademici. È mai possibile che tutti questi intellettuali non abbiano mai partorito un'idea valida?
Luttwak: L'ingegno meridionale ha avuto felici applicazioni fuori dal Sud. Ma lo Stato non ha mai permesso che trovasse sbocchi in casa propria. Lo Stato non aveva alcun interesse a valorizzarle, perché il progresso avrebbe distrutto la rete del clientelismo e gli avrebbe quindi impedito di controllare il territorio.
Perelli: Sull'arretramento ha però influito anche la prepotente espansione della malavita.
Luttwak: Prima c'è il sistema di corruzione politica e poi c'è la malavita. Se il corpo è sano, i parassiti possono esercitare addirittura una funzione positiva. In Italia la delinquenza organizzata è solo il frutto dell'abbandono dello Stato.Visualizza altro
Luttwak: E' evidente che il sistema Italia, negli ultimi 50 anni, ha favorito il Nord molto più del Sud. Regalando un mercato protetto, quello appunto meridionale, dove si possono vendere macchinette scassate a alto prezzo. E vero che lo Stato ha anche assicurato massicci tras...ferimenti di soldi dal No...rd al Sud, ma quando l'oro estratto al Nord viene filtrato attraverso una rete politica di clientele ciò che arriva a destinazione è soltanto acido corrosivo, peggio fango: perché anziché favorire lo sviluppo provoca un ulteriore deperimento.
Un meccanismo malefico che ha scoraggiato gli imprenditori meridionali dall'assumere rischi, e li ha trasformati in clientes, collettori di quei fondi set...tentrionali che in cambio di consenso politico Roma smistava al Sud. Quindi è logico pensare che se il Sud venisse lasciato a sé stesso, e per sopravvivere fosse quindi obbligato a sfruttare le proprie risorse, le cose per i meridionali andrebbero molto meglio. Sono convinto che un Sud indipendente, abbandonato dalla Padania, riuscirebbe a camminare bene con le sue gambe. Progredirebbe anzi molto più del Nord.
Perelli: Il Nord è otto volte più ricco del Sud. Al di là dei dibattiti sul federalismo e delle sue virtù terapeutiche a lungo raggio, cosa si può fare al momento per ridurre queste abissali distanze?
Luttwak: Il concetto di Sud è diventato un'astrazione che non tiene assolutamente conto della realtà. Ci sono zone in Puglia, per esempio, che come capacità produttiva e livello di reddito competono con le aree del Nord. E allora?
Perelli: Ma perché allora i fallimenti vengono imputati anche alla presunta pigrizia delle popolazioni meridionali?
Luttwak: Il motivo è politico. Tutte le problematiche italiane più affascinanti sono concentrate al Sud. È lì che crollano gli alibi della Prima repubblica. È proprio li, dove lo Stato ha cercato di essere più attivo, che anziché il progresso si è prodotto il massimo dello scempio.
Perelli: C'è una corrente della cultura italiana, il meridionalismo, che ha prodotto fior di dibattiti accademici. È mai possibile che tutti questi intellettuali non abbiano mai partorito un'idea valida?
Luttwak: L'ingegno meridionale ha avuto felici applicazioni fuori dal Sud. Ma lo Stato non ha mai permesso che trovasse sbocchi in casa propria. Lo Stato non aveva alcun interesse a valorizzarle, perché il progresso avrebbe distrutto la rete del clientelismo e gli avrebbe quindi impedito di controllare il territorio.
Perelli: Sull'arretramento ha però influito anche la prepotente espansione della malavita.
Luttwak: Prima c'è il sistema di corruzione politica e poi c'è la malavita. Se il corpo è sano, i parassiti possono esercitare addirittura una funzione positiva. In Italia la delinquenza organizzata è solo il frutto dell'abbandono dello Stato.Visualizza altro
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