mercoledì 4 gennaio 2012

Era il 1787 quando Goethe ammirava il riciclaggio di rifiuti a Napoli

A circa 80 anni di distanza dall'Unità d'Italia
goethe
      I rifiuti sono utili per il circolo produttivo e sono da considerarsi una ricchezza per un paese. Lo avevano capito i Napoletani di allora e lo aveva capito persino lo scrittore tedesco Goethe, grande amante dell’Italia e della Sicilia, che così scriveva a Napoli il 27 Maggio 1787:
Moltissimi sono coloro – parte di mezza età, parte ancora ragazzi e per lo più vestiti poveramente – che trovano lavoro trasportando le immondizie fuori città a dorso d’animo. Tutta la campagna che circonda Napoli è un solo giardino d’ortaggi, ed è un godimento vedere le quantità incredibili di legumi che affluiscono nei giorni di mercato, e come gli uomini si dian da fare a riportare subito nei campi l’eccedenza respinta dai cuochi, accelerando in tal modo il circolo produttivo.

Lo spettacoloso consumo di verdura fa si che gran parte dei rifiuti cittadini consista di torsoli e foglie di cavolfiori, broccoli, carciofi, verze, insalate e aglio, e sono rifiuti straordinariamente ricercati. I due grossi canestri flessibili che gli asini portano appesi al dorso vengono non solo inzeppati fino all’orlo, ma su ciascuno d’essi viene eretto con perizia un cumulo imponente. Nessun orto può fare a meno dell’asino. Per tutto il giorno un servo, un garzone, a volte il padrone stesso vanno e vengono senza tregua dalla città, che ad ogni ora costituisce una miniera preziosa. E con quanta cura raccattano lo sterco di cavalli e di muli! A malincuore abbandonano le strade quando si fa buio, e i ricchi che a mezzanotte escono dall’Opera certo non pensano che già prima dello spuntar dell’alba qualcuno si metterà a inseguire diligentemente le tracce dei loro cavalli. A quanto m’hanno assicurato, se due o tre di questi uomini, di comune accordo, comprano un asino e affittano da un medio possidente un palmo di terra in cui piantar cavoli, in breve tempo, lavorando sodo in questo clima propizio dove la vegetazione cresce inarrestabile, riescono a sviluppare considerevolmente la loro attività.
È quasi imbarazzante oggi parlare di Goethe e del suo libro “Viaggio in Italia”, da cui è tratto questo brano. Oggi che Napoli e la Campania tutta, devono vedersela con l’emergenza rifiuti, e con una situazione umiliante che porta gli abitanti di un intero paese (Terzigno) a protestare e lottare per salvaguardare la zona dall’ombra incombente della discarica.
Al contrario, lo scrittore racconta con perizia le fasi dello smaltimento dei rifiuti – riporta  l’Avvenire in un articolo – esaltando la Campania di più di due secoli fa, un territorio che sapeva come riciclare la propria “monnezza“, e questo accelerava e migliorava la produzione. Tutto ciò quando ancora mancavano ben 80 anni all’Unità di Italia.
Il passato come sempre insegna, ma nessuno è disposto ad imparare.

FONTE: oltrelostretto.blogsicilia.it

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