martedì 24 gennaio 2012

Passaparola - I Forconi risalgono l'Italia - Pino Aprile

-VIDEO OSCURATO-  http://www.youtube.com/watch?v=qVxZm8HCQSU

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Una rivoluzione in Italia, se ci sarà mai, partirà dal Sud. Se nelle regioni settentrionali la crisi porterà una diminuzione del livello di vita e sacche di povertà, il Sud è condannato alla miseria e all'emigrazione. Il movimento dei Forconi non nasce dal nulla, ma dalla consapevolezza del fallimento dello Stato e dal rifiuto di fare la fine della Grecia dove i bambini vengono abbandonati a scuola dai genitori perché non riescono a sfamarli. Pino Aprile, studioso dei movimenti meridionali e autore di "Terroni" ci spiega le origini del movimento dei Forconi e del possibile incendio italiano." Beppe Grillo
Il Passaparola di Pino Aprile, scrittore e giornalista.
Produrre senza garanzie
Salve, un saluto a tutti gli amici del blog di Beppe Grillo, sono Pino Aprile, sono un giornalista, uno scrittore, mi occupo soprattutto di cosa sta succedendo al Sud d’Italia e perché il Mezzogiorno d’Italia pare cumulare oggi una quantità di risentimenti, diciamo anche le parole che possono suonare grosse, di rabbia che non ci si riesce a spiegare.
Per esempio il movimento dei Forconi, c’è questa rivolta istantanea che coinvolge decine di migliaia di persone in Sicilia che ha bloccato la Sicilia, che si sta estendendo alle regioni meridionali del continente e non sappiamo se si ferma lì. Immediatamente ci si è chiesti: “Ma chi sono i politici o i movimenti che stanno muovendo questa gente? La mafia sicuramente sta facendo le sue mosse, sta infiltrando etc.”, che è un modo consolatorio e fuorviante per analizzare quello che sta succedendo. Ho conosciuti alcuni leader del movimento dei Forconi un anno e mezzo fa e mi aveva così colpito quello che mi dicevano e la loro condizione che decisi di farne un capitolo del mio ultimo libro “Giù al Sud” cosa mi hanno raccontato? Quello che sta succedendo in Sicilia coinvolge molte categorie, molte persone, ceti, c’è di tutto, quelli con cui io parlai erano agricoltori e allevatori. E’ successo che questi allevatori e agricoltori hanno ammodernato le loro aziende facendo investimenti, garantendo livelli occupazionali, garantendo il processo di produzione secondo le norme stabilite, giustamente, sanitarie, fiscali dallo Stato, dalle Regioni etc., però poi cosa succede? Loro producono con queste garanzie, ma il loro prodotto sul mercato quando arriva con quei costi deve competere, e naturalmente non c’è competizione con l’analogo prodotto che proviene da terre dove queste garanzie regioni, Stati non ci sono.
Per esempio il “ciliegino” che viene prodotto con tremila garanzie in Sicilia, sul mercato lo si trova allo stesso prezzo del ciliegino che viene dall’Egitto, dove una giornata di lavoro di un contadino costa due Euro. E’ chiaro che in queste condizioni i produttori sono spacciati, perché i ricavi non coprono i costi, così hanno accumulato molti debiti, soprattutto con l’Inps e l’Inps, lo Stato, invece di analizzare il problema e risolverlo insieme ai produttori, si presenta con il conto da pagare. I produttori non hanno i soldi per pagare, l’Inps si è venduto il credito a delle agenzie, se lo è venduto a circa il 10% del valore, per cui gli stessi produttori, i debitori dicevano: “Se ci chiedevi il 10%, forse avremo trovato il modo di pagare anche noi”. I nuovi creditori a quel punto mettono in mora le aziende che vanno all’asta e vengono svendute al maggior offerente, mi raccontavano che in tre anni su 200 mila aziende in Sicilia, 50 mila sono finite in queste condizioni, ci si vuole meravigliare se poi la rabbia esplode?

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