Pino Aprile è un grande giornalista. Ha sempre lavorato sodo senza mai perdere il gusto per la notizia, la curiosità indispensabile per scoprire le storie, l'autonomia intellettuale per svelare scomode verità. Da scrittore ha il merito di aver riaperto il dibattito sulla "conquista" del Sud da parte dei Savoia. Ha scritto un libro gradevolissimo – "Terroni" – diventato un testo sacro per scoprire la vera storia del nostro Paese. Il "maestro" – noi colleghi lo chiamiamo affettuosamente così – è ora in giro per presentare il suo nuovo lavoro: "Giù al Sud – Perché i terroni salveranno l'Italia".
Dopo Terroni un altro volume?
«"Terroni" sta a ieri come "Giù al Sud" sta a domani. Se il primo spiega quello che ci è stato fatto e non sapevamo, il secondo riferisce quello che stanno facendo e non sappiamo. E lo stanno facendo i giovani e non lo sanno i genitori che ce li hanno in casa. Sono, infatti, una storia diversa. Se ogni generazione è figlia della sua tecnologia, noi padri siamo figli della Rivoluzione industriale e alcuni di noi della scoperta dell'agricoltura, i figli sono invece progenie della rivoluzione informatica, la terza grande rivoluzione in duecentomila anni di storia dell'umanità. Una tecnologia che per la prima volta consente agli esseri umani di incontrarsi all'istante nello stesso luogo ovunque siano, in un mondo sì virtuale ma che abolisce lo spazio e il tempo. E quando escono da questo mondo virtuale, orizzontale, piatto, in cui tutti sono alla pari, il mondo reale è quasi simile perchè con 15 o 20 euro vanno dove vogliono. Non li dividono più le frontiere e le monete, per cui i giovani meridionali quando tornano al Sud dai loro week-end trascorsi ovunque in Europa, non riescono a indossare l'abito della minorità meridionale. Perchè sono giovani europei come tutti gli altri e stanno, dunque, sparigliando tutto».
Perchè salveranno l'Italia?
«Perchè sono gli unici che hanno l'interesse a farlo. L'italia è un sistema integrato, ma squilibrato e costruito come tale a mano armata 150 anni fa. Prima non era così. Quello squilibrio viene ora mantenuto, in modo indegno e feroce. Basti pensare al furto dei Fondi Fas con i quali l'Italia ha fatto pagare ai soli meridionali il terremoto dell'Aquila, 4 miliardi e mezzo di euro. E una somma analoga presa sempre da lì è stata investita per pagare le multe degli allevatori disonesti del Nord. Gianfranco Viesti ha scoperto che il miliardo di euro disposto da Prodi per i ricercatori meridionali è l'avvio delle aziende che nascevano, caduto il governo Prodi è finito, per mano del ministro Scaiola all'industria bresciana delle armi e l'illuminazione del Veneto. Così è stato tenuto subordinato il Sud. Questo squilibrio è il motore dell'economia del Nord e per estensione dell'economia italiana. Qui chi trae vantaggio da questo squilibrio non ha interesse ad eliminarlo. Solo chi ne patisce le conseguenze può lavorare per ristabilire l'equità e, quindi, la parità tra i cittadini del nostro paese. Ogni euro di Pil in più prodotto dal Sud determina un incremento maggiore di almeno 1,5 al Nord. Visto che il Sud è l'unico cliente delle merci del Nord. Quindi più soldi ha da spendere il Sud e più ne guadagna il Nord».
Come sei stato accolto con i tuoi libri in Settentrione?
Al sud mi capita di avere reazioni infastidite e negative perchè è difficile liberarsi della comodità dei pregiudizi a proprio danno. Al nord mi capita il silenzio o il muto abbandono della sala. Mi è però successo di vedere spesso persone con gli occhi lucidi e ascoltatori che dicevano di dover andare al sud a chiedere perdono».
fonte: gazzettadelsud.it
fonte: gazzettadelsud.it
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