venerdì 6 aprile 2012
DISOCCUPAZIONE I dati Istat confermano il peggioramento al SUD
Nel quarto trimestre 2011 il tasso di disoccupazione e' pari al 9,6% (+0,9 punti percentuali rispetto a un anno prima). Il tasso di disoccupazione maschile, dopo tre consecutive flessioni, aumenta su base annua di 0,9 punti percentuali, portandosi all'8,7%; quello femminile aumenta di 0,8 punti, posizionandosi al 10,8%.
''Nel Nord la crescita tendenziale dell'indicatore (dal 6,2% al 6,7%) e' dovuto in misura piu' ampia alla componente maschile; nel Centro il tasso sale dal 7,9% del quarto trimestre 2010 al 9,2%, a motivo della crescita sia delle donne sia degli uomini. Nel Mezzogiorno l'indicatore risulta pari al 14,9% (era il 13,6% nel quarto trimestre 2010). Il risultato sconta l'incremento del tasso di disoccupazione degli uomini (dall'12,6% al 13,4%) e quello particolarmente significativo delle donne (dal 15,4% all'attuale 17,4%)'', continua l'Istat.
Il tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni raggiunge il 32,6% (era il 29,8% un anno prima). "L'indicatore aumenta per gli uomini in tutte le ripartizioni, in misura piu' intensa nel Mezzogiorno; con l'esclusione del Nord, il tasso cresce anche per le donne e tocca un massimo del 49,2% per le giovani donne del Mezzogiorno. Nella classe tra i 20 e i 24 anni il tasso di disoccupazione si attesta al 28,7% (era 25,8% nel quarto trimestre 2010)'', continua l'Istat.
''Dopo la moderata discesa del precedente trimestre, tra ottobre e dicembre 2011 il numero di inattivi in eta' compresa tra 15 e 64 anni registra un nuovo piu' forte calo su base annua (-1,2%, pari a -183.000 unita'). La riduzione nel Nord (-1,9%, -105.000 unita') e nel Mezzogiorno (-1,3%, pari a - 87.000 unita') interessa sia gli uomini sia soprattutto le donne. Nel Centro la lieve crescita del numero degli inattivi (+0,3%, pari a 9.000 unita') sintetizza l'incremento della componente maschile e la flessione di quella femminile'', aggiunge l'Istat.
''Il calo tendenziale del numero degli inattivi deriva dalla nuova robusta riduzione della componente italiana(-237.000 unita') non compensata dall'ulteriore moderato aumento di quella straniera (+54.000 unita'). Con riguardo a tale componente, l'inattivita' interessa giovani impegnati in percorsi di studio e, in misura meno consistente, donne che non hanno cercato un impiego per ragioni familiari'', continua la nota.
''Il numero dei disoccupati registra un forte aumento su base tendenziale (+11,4%, pari a 249.000 unita'), portandosi a 2.429.000 unita'. La crescita, che riguarda sia gli uomini sia le donne, interessa l'insieme del territorio nazionale. Sale nuovamente infine l'incidenza della disoccupazione di lunga durata, dal 48,4% del quarto trimestre 2010 al 50,6%.
E in Europa non va molto meglio. La disoccupazione è in lieve aumento a febbraio: secondo Eurostat il tasso è passato al 10,8% nell'eurozona contro il 10,7% del mese precedente, mentre nell'Ue a 27 e' salita al 10,2% rispetto al 10,1%. Un anno fa, era rispettivamente del 10 e del 9,5%. Secondo le stime dell'Ufficio statistico dell'Ue, a febbraio i disoccupati nell'Ue erano 24 milioni 550mila, di cui 17 milioni e 134mila nell'area euro: rispetto al mese precedente, sono aumentati rispettivamente di 167mila e di 162mila unita'. Su base annuale, rispetto al febbraio del 2011, nell'Ue a 27 ci sono un milione e 874mila disoccupati in piu', mentre nell'eurozona sono un milione e 476mila in piu'.
Tra i Paesi membri, quelli che hanno registrato il piu' basso tasso di disoccupazione sono stati l'Austria (4,2%), l'Olanda (4,9%), il Lussemburgo (5,2%) e la Germania (5,7%), mentre il tasso piu' alto e' stato rilevato in Spagna (23,6%) e Grecia (21%, il dato e' relativo al dicembre 2011). Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, a febbraio nell'eurozona e' stato registrato un tasso del 21,6% contro il 21,5% del mese precedente e nell'Ue a 27 e' salita al 22,4% contro il 22,3% di gennaio: a febbraio di un anno fa era rispettivamente del 21 e del 20,5%. Il tasso di disoccupazione piu' basso fra i giovani sotto i 25 anni e' stato registrato in,Germania (8,2%), Austria (8,3%) e Olanda (9,4%), mentre quello piu' alto in Spagna (50,5%) e Grecia (50,4%, con riferimento a dicembre 2011).
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