domenica 23 settembre 2012

Scuola, più posti al Sud (dove non ce n'è bisogno) Al Nord ci sono molte più cattedre scoperte, ma il bando del ministero per 12mila nuovi insegnanti non ne tiene conto. Alla Campania assegnati 540 maestri, alla Lombardia 390


Martedì uscirà il bando di concorso che ga­rantirà un’assun­zione­a circa 12mi­la insegnanti dalla scuola dell’infan­zia ai licei di tutta Italia.
È il primo da 13 an­ni a questa parte. Peccato che la ri­partizione dei po­sti­tra le regioni an­cora una volta non vada a premiare la Lombardia. Anzi. Vada proprio a pe­nalizzarla, non dandole i posti di cui avrebbe biso­gno. Il sud ottiene sulla carta più po­sti quando invece di posti veri poi in realtà non ce ne so­no. E questa non è una novità. Qualche esem­pio? Assegnati alla Campania 540 po­sti di maestri ele­mentari contro i 390 della Lombar­dia, quasi quanto la Sicilia (362). È riuscito ad aggiudicarsene di più il Lazio, ben 411. «Mi lascia allibi­to- ripete Giuseppe Colosio-Con­tinu­ano a creare posti al sud quan­do non c’è assolutamente propor­zione tra i posti scoperti al nord e al sud».Per capire cosa significa bi­sogna pensare che in Lombardia, ad esempio, una stima a spanne dimostra che il prossimo anno scolastico sarebbero necessari cir­ca 550 maestri elementari. Il con­corso ne offre 390.

Le cattedre lom­barde restano così scoperte. Non si arriva neanche a coprire il fabbi­sogno minimo perché poi sareb­be invece necessario addirittura incrementare il numero. Si va ad aggiungere posti laddove invece posti reali non ce ne sono. Alle ele­mentari come alle superiori. Un al­tro esempio. Il bando assegna 184 posti di insegnante di italiano, sto­ria e geografia agli istituti di istru­zione secondaria di secondo gra­do in Lombardia.
E allo stesso tem­po ne assegna più del doppio alla Campania e alla Sicilia, rispettiva­mente 401 e 406 posti. Sorprende ancor di più se si pensa (come poi spiega il direttore dell’Ufficio sco­lastico lombardo) che quei posti si riferiscono soprattutto agli isti­tuti professionali che sono con­centrati tutti al nord. Ma a scorre­re i numeri­quello che balza all’oc­chio è che il numero dei posti è pra­ticamente sempre maggiore nelle solite regioni: Campania, Lazio e Sicilia. Sia che si tratti di prof di ita­liano che di insegnanti di latino. Sia che si tratti di materna, che di prof di inglese o francese. Prendia­mo quest’ultimo caso: 43 i posti della Campania contro i 12 della Lombardia. Zero invece i posti di italiano, latino e greco per i licei classici della Lombardia contro i 22 della Campania e i 20 del Lazio. Secondo il bando degli 81 posti as­segnati in totale alla Lombardia non c’era bisogno di darne nean­che uno. Stessa cosa anche per i posti di sostegno: tra elementari e medie alla Campania ne toccano 105 alla Lombardia 58, la metà uno più uno meno.
Vien da chiedersi ovviamente quale sia stato il criterio di asse­gnazione. E qui purtroppo biso­gna incassare un’altra sorpresa. «Il criterio il ministero ce l’ha - ci consola il direttore Colosio - però non lo spiega mai.È l’amministra­zione tutta c­entrata nelle sue stan­ze che non dialoga con le realtà re­gionali ». Come dire fa i coperchi senza sapere quante pentole dav­vero ci sono. I criteri saranno forse chiariti con la pubblicazione del bando, martedì. Anzi, dovranno essere chiariti dal bando però vie­ne da chiedersi se realmente an­dranno a finire tutte le maestre che supereranno il concorso sen­za avere poi un posto.
Il concorso dovrebbe essere im­perniato proprio sulla professio­nalità. Gli oltre 11 mila vincitori in­fatti dovranno superare una pri­ma prova di pre selezione con 50 domande in 50 minuti. Sette di in­formatica, 7 per la parte linguisti­ca e 36 che sonderà gli aspetti logi­co- deduttivi. Un minuto per ri­spondere e passare alla prova che valuterà la competenza della ma­teria. Per poi finire con un’ultimo ma altrettanto importante test che misurerà l’attitudine all’inse­gnamento. Il candidato dovrà in­somma mostrare come imposte­rebbe una lezione davanti agli stu­denti su un argomento da sorteg­giare. Un concorso contro il quale tra l’altro ieri sono già scesi in piaz­za i precari.
fonte: ilgiornale.it

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