giovedì 9 giugno 2011

L’Europa boccia il governo sul piano del Sud

La lettera riservata

L’Europa boccia il governo sul piano del Sud

di Marco Palombi - da Il Fatto Quotidiano del 7 giugno 2011
martedì 7 giugno 2011
 
Taglio delle tasse e Piano per il Sud. Ormai Silvio Berlusconi s’è convinto che saranno questi i provvedimenti con cui riconquistare elettori. Riguardo al famoso progetto per il Mezzogiorno, che sia un bluff non è (solo) il parere dell’opposizione, ma quello del commissario europeo per le Politiche regionali, l’austriaco Johannes Hahn, in una lettera non ufficiale ai ministri Franco Frattini, Raffaele Fitto e Giulio Tremonti di cui Il Fatto Quotidiano è venuto in possesso. Si tratta di un documento particolarmente rilevante, visto che Hahn – nonostante il linguaggio diplomatico – fa critiche impietose sull’inefficacia dell’azione del governo. Bello questo piano per il Sud, scrive il commissario Ue, pieno delle cose di cui parliamo da sempre (formazione, infrastrutture, università, sicurezza), ma “in questa fase ritengo importante richiamare la vostra attenzione in particolare su due aspetti che considero fondamentali: le risorse finanziarie e l’attuazione degli interventi”. E come mai il signor Hahn lo ritiene cosí importante? Semplice: “Il Piano non prevede l’assegnazione di risorse aggiuntive rispetto a quelle già destinate al Mezzogiorno”. Ma allora, questo Piano per il Sud, esiste o no? Certo, dice il governo, ci stiamo concentrando su pochi obiettivi con procedure snelle. Sarà, sostiene l’austriaco, ma “quello che manca all’Italia non sono tanto i piani o le strategie, ma piuttosto la capacità di attuarli rapidamente. Lo prova il basso livello di utilizzo delle risorse comunitarie che vede l’Italia agli ultimi posti della classifica europea, ma anche la costituzione dei Fondi d’ingegneria finanziaria che sono normalmente usati con eccessivo ritardo rispetto alle richieste e ai bisogni delle imprese”.
E ancora: “Bisognerebbe anche riflettere – si legge nella lettera di Hahn – sugli effetti negativi di norme vigenti in Italia come l’applicazione sistematica dello spoil system che priva l’amministrazione pubblica di competenze e professionalità riconosciute e l’assoggettamento del cofinanziamento nazionale al patto di stabilità interno che non fa che ritardare l’assunzione degli impegni e l’erogazione dei pagamenti”. I fondi europei possono essere usati solo se lo Stato o gli enti locali mettono sul piatto una cifra corrispondente: peccato che, nel tentativo di bloccare la spesa pubblica di regioni e comuni, Giulio Tremonti ha messo il blocco anche alla spesa per investimenti, cioè quella per finanziare i progetti. Risultato: i soldi sono pochi, ma pure quando ci sono, certe volte non si possono spendere per non sforare gli impegni di finanza pubblica. Fatemelo ripetere, chiude Hahn, “sono fortemente preoccupato” per i ritardi, specie per quei progetti che “non dimostrano ancora di imboccare percorsi virtuosi”: i piani di Campania, Sicilia, Calabria, Sardegna, Abruzzo e Lazio, piú l’intero progetto “Attrattori culturali”. La media dei pagamenti nei Programmi regionali non supera il 15 per cento e lo stato di attuazione dei piani 2007-2013 è addirittura peggiore rispetto alla tranche 2000-2006. Per di piú, come si sa, il governo ha usato 28 miliardi di Fondi per le aree sottoutilizzate per finanziare la cassa integrazione e l’Europa ci ha già concesso di “certificare in ritardo” – entro quest’anno – 7 miliardi di euro, cioè quanto abbiamo speso in tutto nei quattro anni precedenti. Ora, dunque, bisognerà trovare anche questi soldi: se i fondi europei non vengono utilizzati entro il limite dei programmi pluriennali, Bruxelles – semplicemente – se li riprende.

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