domenica 25 dicembre 2011

Il Sannio a rischio frane ed alluvioni: tutti bocciati i comuni sanniti da 'Ecosistema Rischio 2011'

Veduta di Faicchio
Una sonora bocciatura per i comuni della Provincia di Benevento a rischio frane ed alluvioni dalla speciale indagine "Ecosistema Rischio 2011" realizzata da Legambiente in collaborazione con la Protezione Civile che ha monitorato le attività di prevenzione realizzate da oltre 1.500 fra le 6.633 amministrazioni comunali su scala nazionale classificate a rischio idrogeologico potenziale più elevato.
Tra i comuni monitorati dall'indagine, diciotto sono sanniti (nella graduatoria non è presente la città di Benevento): risultati a dir poco preoccupanti visto che i comuni del beneventano analizzati sono tutti relegati ai bassifondi della folta graudatoria (ben 1.121 tra i comuni intervistati per una percentuale vicina all’85%). Il Sannio è a rischio frane dunque, ma è l'intero territorio nazionale ad essere impreparato: “I drammatici eventi che hanno colpito di recente Liguria, Toscana, Sicilia, Calabria - ha spiegato la direttrice generale di Legambiente, Rossella Muroni - sono solo le ultime tragiche testimonianze di quanto il territorio italiano abbia bisogno non solo di un grande intervento di prevenzione su scala nazionale ma anche di come la popolazione debba essere informata e formata ad affrontare gli eventi calamitosi. Dobbiamo lavorare, insomma, anche per affermare una nuova cultura del rischio che renda le persone capaci di evitare comportamenti pericolosi di fronte a fenomeni naturali purtroppo non più eccezionali ma intensificati, ormai con evidenza, dagli effetti dei cambiamenti del clima. Sul fronte del territorio poi – aggiunge Muroni - è assolutamente prioritario e fondamentale dare maggiore efficacia ai vincoli che vietano di costruire nelle aree esposte al pericolo, programmare e realizzare gli abbattimenti dei fabbricati abusivi, delocalizzare dove possibile le strutture a rischio e investire in interventi di qualità per la sicurezza”.
LA CLASSIFICA: FAICCHIO TRA LE PEGGIORI IN ITALIA
Tra le amministrazioni comunali interpellate nel Sannio sono diciotto ad aver risposto in maniera completa al questionario di "Ecosistema Rischio 2011": nella graduatoria si tiene conto dell'urbanizzazione delle aree a rischio, della manutenzione, della messa in sicurezza, delle delocalizzazioni, dell'aggiornamento del piano di sicurezza (monitoraggio) e delle eventuali informazioni ed esercitazioni per la popolazione. Forte di questi rilevamenti, il dossier ha stilato un voto complessivo per ogni comune con tanto di "classe di merito".
I tre comuni al vertice (voto 8.5, classe di merito "buono") sono Peveragno (Cuneo), Endine Gaiano (Bergamo) e Senigallia (Ancona): la peggiore invece risulta essere Lagnasco (Cuneo) che presenta voto "zero" e insufficiente come classe di merito.
Per trovare i primi comuni sanniti piazzati, bisogna scendere parecchio in graduatoria nazionale: Pannarano, Montesarchio e Paolisi presentano un 4.5 (scarso) con forte rischio delocalizzazione e mancata informazione ed esercitazione per la popolazione. Risultano invece insufficienti i comuni di Castelfranco in Miscano, Cautano, Ceppaloni, Cerreto Sannita (3.5 di voto, insufficiente) dove non risulta esserci stato l'aggiornamento del piano di sicurezza. Insufficienti, ma con una stima di voto più bassa (3) i comuni di Baselice, Circello, Frasso Telesino, Puglianello, S.Angelo a Cupolo e Telese Terme dove manca anche un'adeguata manutenzione dell'area urbana. Percentuale ancora più bassa per Cusano Mutri, Forchia e Guardia Sanframondi (2.5). Maglia nera del Sannio (nonchè una delle ultime su scala nazionale) è Faicchio, insufficente con 1.5 "classe di merito": il comune telesino è manchevole praticamente di tutte le componenti richieste dal dossier di "Ecosistema Rischio 2011". Nei comuni con classe di merito inferiore a 1.5 è presente una pesante urbanizzazione delle zone esposte a pericolo di frane e alluvioni e non sono state avviate sufficienti attività mirate alla mitigazione del rischio, né dal punto di vista della manutenzione del territorio, né nell’organizzazione di un efficiente sistema comunale di protezione civile.
Nel dossier, Legambiente ha poi precisato che i dati relativi ad alcune amministrazioni che non compaiono nella graduatoria sono stati trattati separatamente , poichè "i competenti uffici comunali hanno dichiarato di non avere strutture in aree a rischio, il che giustifica parzialmente il non essersi attivati in azioni di prevenzione e pianificazione". Conteggiate invece le amministrazioni che, a seguito di interventi di consolidamento e delocalizzazione, pur non avendo fabbricati in zone a rischio, hanno svolto un buon lavoro di mitigazione del rischio idrogeologico.

OLTRE LA CLASSIFICA, SANNIO COLABRODO
Doveroso, da parte nostra, andare oltre lo speciale dossier stilato da Legambiente e Protezione Civile: il Sannio resta una zona "colabrodo" se si tengono in considerazione i continui smottamenti e le frane esistenti lungo il circuito provinciale (la frana di Arpaia, il cedimento del Monte Caruso a Foglianise, le frane lungo la viabilità provinciale del Fortore, la difficile situazione delle contrade beneventane di Pantano e S.Vitale spesso ostaggio del fiume). Doveroso però ricordare che proprio lo scorso mese di ottobre, la città di Benevento ha testato il suo Piano Comunale di Protezione Civile con successo.

FONTE: ilquaderno.it

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