giovedì 15 dicembre 2011
Ma un Mezzogiorno a più voci non è forte come la Lega Nord
Tu dici Lega Nord e subito alla mente – anche dei non addetti ai lavori – viene in mente il partito fondato da Umberto Bossi a tutela e difesa degli interessi del Nord. Se dovessimo fare lo stesso esercizio pensando a un partito del Sud non sarebbe possibile. Lo sarebbe stato, forse, se il progetto iniziale della senatrice Adriana Poli Bortone (Io Sud), l’allora sottosegretario Gianfranco Micciché (Forza del Sud) e del deputato Arturo Iannaccone (Noi Sud) fosse andato in porto. Nelle premesse c’era tutto e molti nel luglio scorso – quando fu presentato proprio a Bari – il nuovo partito “Grande Sud” che sarebbe nato di lì a poco – si parlava di una costituente il 31 ottobre scorso – avrebbe calamitato tutti i partiti e movimenti del Sud in un unico grande partito in grado di parlare una sola lingua a Roma, ma soprattutto nei confronti della Lega Nord. Strada facendo – anche per effetto dell’allontamento delle elezioni Politiche – il progetto unitario si è sfilacciato: Noi Sud si è sfilato lasciando soli la Poli e Micciché. Ma, raccontano a Roma, sarebbe un’altra l’operazione politica che Iannaccone si appresterebbe a fare, pare “benedetta” da due leader nazionali del Pdl, il pugliese Raffaele Fitto e il siciliano Angelino Alfano. Fitto non sta alla Poli, come Alfano non sta a Micciché di qui il presunto accordo con il deputato della Campania, Iannaccone, che potrebbe ritrovarsi sia in Puglia sia in Sicilia un insperato gruppo di adesioni al suo “Noi Sud”, con l’obiettivo di depotenziare i partiti della Poli e di Micciché. E contemporaneamente creare un contenitore dove far confluire tutti coloro che nel Pdl non possono o non vogliono entrare. In Puglia come in Sicilia. Quindi Poli-Micciché è una coppia che, forse perché temuti politicamente, potrebbe ritrovarsi paradossalemnte isolata non solo dal Pdl, nonostante la benevolenza di Silvio Berlusconi, ma anche dagli altri movimenti e partiti meridionali. Sabato scorso, infatti, a coppia ha dovuto subire gli attacchi che sono arrivati da un’altra formazione politica di matrice sudista, “Duosiciliano”, che ha esordito sempre a Bari, e che ha esattamente lo stesso obiettivo che perseguiva “Grande Sud”, mettere insieme tutti i movimenti e i partiti. Il rischio politico vero è però di disperdere non solo un patrimonio di idee anche quello di confondere un elettorato meridionale che al contrario di quello padano non si riconosce in un solo leader, in un solo partito e in un solo progetto politico. Alla fine il rischio concreto è che “più voci” a Roma potranno fare sicuramente più rumore, ma mai Politica.
FONTE: barisera.it
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Quest'ipotesi presume un solo meridionalismo, quello di destra. Ma il meridionalismo che si rifà alle lezioni di Dorso, Salvemini e Gramsci mai accetterebbe di ritrovarsi da quella parte, con gente alleata della Lega e di Berlusconi.
RispondiEliminaAndrea Balìa
Partito del Sud