venerdì 28 ottobre 2011

Pino Aprile al Calabria Day…l’intervista

"E' stato vedere come una serie di rivoli, di piccoli corsi d'acqua che si ignoravano a vicenda (o della cui esistenza la maggior parte della gente non ne sapeva niente), si stanno unendo, si incontrano e diventano un corso d'acqua già molto importante. Quest'acqua può buttare giù parecchie barriere (di pregiudizio, di ritardi), che sembrano condannare la Calabria."

Così Pino Aprileriassume l'esperienza del Calabria Day, che lo ha visto moderatore della sessione "Sport e impegno nel sociale", una delle tante discussioni tematiche succedutesi durante la mattinata. Ma Pino Aprile si spinge oltre: "Mentre tutti guardano al Nord, per capire che cosa sarà domani l'Italia, il sospetto forte che ho è che quello che sarà domani l'Italia lo sta decidendo il sud. E nel sud, più ancora che la Sicilia e la Puglia, lo sta decidendo la Calabria, la regione meno studiata, ma quella forse dove stanno succedendo più cose."

Perché secondo Lei il nord fa notizia solo nel bene e il sud solo nel male? Qual è il meccanismo che scatta? E come si può, se si può, rompere questo meccanismo?

Il meccanismo c'è, esiste, perché è stata creata una divisione di ruoli tra Nord e Sud: questi ruoli vedono un Nord vincente e un Sud perdente, un Nord riconoscibile solo nel bene e un Sud riconoscibile solo nel male. Tant' è che vengono considerate eccezioni sia il male nel nord che il bene nel sud. In realtà, essendo entrambe due regioni contigue, abitate dalla stessa specie, homo sapiens sapiens, tutto questo non è altro che una costruzione culturale, psico-sociale. Riconoscerla la distrugge e rende queste due popolazioni contigue esattamente come in realtà sono, cioè simili.

FONTE strill.it

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