mercoledì 30 novembre 2011

“Giù al Sud. Perché i Terroni salveranno l’Italia”: presentato al Petruzzelli il libro di Pino Aprile

Pino Aprile

(30 novembre 2011) BARI – Ieri sera alle ore 18.30 nel magnifico scenario del teatro Petruzzelli di Bari, alla presenza del sindaco Michele Emiliano e dello scrittore Raffaele Nigro, il giornalista e scrittore Pino Aprile, originario di Gioia del Colle (BA), ha presentato il suo ultimo lavoro editoriale “Giù al Sud. Perché i Terroni salveranno l’Italia”.
L’incontro è iniziato con l’esibizione degli ottoni dell’orchestra del Petruzzelli, che hanno eseguito l’inno borbonico seguito da melodie tradizionali napoletane e baresi in versione jazz.
I meridionali salveranno l’Italia, perché sono i più interessati a farlo dal momento che è sempre stata adottata una politica a sfavore del Mezzogiorno. Il Meridione, già profondamente danneggiato (taglio di 1.000 chilometri di ferrovie in 70 anni; esclusione dai piani di sviluppo autostradale, a parte la Salerno-Reggio Calabria; dell’alta velocità, degli aeroporti), è stato ulteriormente depauperato con la sottrazione del denaro a esso riservato e con i quali sono stati pagati investimenti al Nord.
È aumentata l’emigrazione da sud, con flussi analoghi a quelli degli anni ’50 e ’60: l’Istat ha calcolato, nei 10 anni fino al 2008, 700mila emigrati di cui 122mila nel solo 2008 di cui molti sono laureati con esperienze all’estero.
Grazie anche ai libri di Pino Aprile è cresciuta nel Sud una nuova coscienza della propria storia che si è espressa nella realizzazione di iniziative culturali, politiche, economiche. A dare vita a questi fermenti sono stati quasi sempre i giovani che alle volte hanno respinto proposte allettanti al Nord e all’estero, certi di poter cambiare in meglio la propria situazione e quella della propria terra.
L’Italia fu unita, 150 anni fa, con l’appropriazione indebita del Sud (cancellate industrie e commerci, spogliate le banche) e con la trasformazione in «colonia», il Meridione fu ridotto in una situazione di inferiorità.
Il libro dà voce a quanti domandano una più corretta riscrittura della storia del Sud dove si ignorano tutti i sacrifici e i successi di quegli italiani che stanno già organizzando la ripresa del Paese e del suo futuro.
A conclusione, il primo cittadino ha invitato gli astanti a mettersi in piedi per ascoltare l’inno nazionale Italiano.

FONTE: ilquotidianoitaliano.it

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