mercoledì 8 febbraio 2012

In «Terroni» tutti i danni nel Sud


Mentre si spengono le luci dei festeggiamenti per il 150esimo anniversario dell' Unità d' Italia, al Teatro dell' Angelo si accendono i riflettori sulla questione del Mezzogiorno. Roberto D' Alessandro, meridionale e meridionalista, da stasera al 19 febbraio porta in scena il teatro canzone di «Terroni. 150 anni di menzogne». «Lo spettacolo nasce dall' esigenza di divulgare il contenuto dell' omonimo libro di Pino Aprile - racconta D' Alessandro, autore regista e interprete della pièce con l' accompagnamento musicale dei Pandemonium -. Dalla necessità di raccontare la storia italiana svelando quanto fino ad ora taciuto dalla storiografia ufficiale sugli eccidi compiuti nella lotta al brigantaggio, sugli squilibri tra Nord e Sud su cui fu basata l' economia del nascente Regno, su come di fatto l' unificazione fu un atto di conquista da parte del Piemonte a danno del Regno delle due Sicilie». Il passaggio dal testo scritto alla messa in scena avviene nel segno di Giorgio Gaber, con lunghi monologhi che s' intrecciano ai pensieri cantati sulle musiche popolari dell' Ottocento e alle canzoni di Domenico Modugno e Eugenio Bennato, presente sul palco in occasione della prima di stasera. D' Alessandro rilegge quelli che per lui e Aprile sono i fatti volutamente rimossi nella retorica dell' unificazione, aprendo una nuova - a volte sconvolgente - finestra sull' ipocrisia del trionfalismo nazionalistico. «Se non si ristabilirà la verità su ciò che è accaduto 150 anni fa il nostro paese non vivrà mai alcuna pacificazione - spiega l' artista -. La creazione di una supposta e sostenuta minorità meridionale è l' atto più grave che i fratelli del Nord hanno fatto ai danni dei fratelli del Sud, solo da questa presa di coscienza si può sperare in un risveglio culturale e una riscossa politica, economica e sociale»

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