venerdì 17 febbraio 2012

Nel Sud oltre mezzo milione di donne sfugge alle statistiche della disoccupazione ufficiale

Nel Sud oltre mezzo milione di donne sfugge alle statistiche della disoccupazione ufficiale, cosi' da portare il tasso di disoccupazione corretto nel 2010 al 30,6%. A queste vanno aggiunte 575mila "scoraggiate", disponibili a lavorare ma non in cerca di lavoro. Mentre le poche assunte regolarmente (tra le giovani meno di una su quattro) hanno uno stipendio inferiore di oltre il 30% rispetto a un uomo del Centro-Nord. A due settimane dall'8 marzo, la Svimez fotografa la situazione delle donne al Sud nel dossier "La condizione e il ruolo delle donne per lo sviluppo del Sud" di Luca Bianchi e Giuseppe Provenzano. Le elaborazioni Svimez prendono in esame la situazione delle donne al Sud dal 2008 al 2011.
  In Italia in due anni, dal 2008 al 2010, aggiunge Svimez,oltre 100mila donne hanno perso il posto di lavoro. Il Mezzogiorno e' un caso unico: il tasso di occupazione femminile raggiunge appena il 30,4%, rispetto al 54,8% del Centro-Nord.

  Un divario dal resto d'Europa di quasi trenta punti (la me-dia europea nel 2010 e' 58,2%). A fare la differenza tra il tasso di disoccupazione ufficiale del 15,4% e quello "corretto" sono le donne che non risultano ne' tra gli occupati ne' tra i disoccupati, ma che "informalmente" si barcamenano tra ricerche saltuarie e lavoro sommerso. In questo senso, includendo queste categorie, il tasso di disoccupazione corretto femminile al Sud nel 2010 schizzerebbe al 30,6%, il doppio di quello ufficiale.
  In cifre, i valori si triplicano: le 393mila disoccupate ufficiali, unite alle 560mila implicite, diventano 953mila. Per quanto riguarda le scoraggiate, disponibili a lavorare ma non in cerca di lavoro, delle 893mila donne che si trovano in questa condizione, spiega il dossier, 575mila sono al Sud. Meno di una su tre e' regolarmente occupata: ma guadagna molto meno.
  Situazione ancora piu' critica per le donne under 34: il tasso di occupazione crolla al 23,3%, pari a meno di una su quattro.
  In base ad analisi Svimez, a parita' di qualifica, il gap tra donna del Sud e uomo del Centro-Nord supererebbe il 30%. In valori assoluti, a fronte di uno stipendio di un maschio del Centro-Nord si 19.149 euro, una donna del Sud porterebbe a casa solo 13.361 euro. In rapporto alla popolazione, le ragazze del Sud diplomate sono passate dall'85,1% del 2000 al 94% del 2009, circa un punto percentuale in piu' rispetto al Centro-Nord. Ancora meglio sul fronte universitario: le meridionali laureate sono il 18,9% sul totale della popolazione 30-34 anni, quasi 7 punti in piu' dei maschi (12,3%), pur se distante dalla performance del Centro-Nord (27,1%) e da ogni confronto europeo. Ma studiare, per le donne, non basta: tra le dipendenti sono troppo poche le dirigenti (appena il 26% rispetto a una quota di occupazione femminile totale del 35% al Sud, e ancora relativamente meno nel Centro-Nord, con il 27% a fronte del 42% di occupazio-ne femminile); tra le lavoratrici autonome, sono troppo bassi i livelli di libere professio-niste e lavoratrici in proprio, di associate in cooperativa, mentre spicca il livello abnorme di lavoratrici co.co.co (il 65% del totale e' donna, contro il 55,6% nel Centro-Nord). (AGI) .

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