lunedì 11 giugno 2012

A proposito delle Due Sicilie

In questi ultimi anni mi è capitato come datore di lavoro, di avere alle mie dipendenze collaboratori stranieri dal Magreb e dai paesi dell’est, uomini in gamba, bravi a svolgere i loro incarichi, lavoratori rispettosi e capacissimi nelle mansioni a cui erano preposti.
Quando però a taluni si domandava il nome, loro rispondevano: sono Giovanni, Giuseppe o Antonio o in altri modi, sempre “italianizzati”, il tutto per ingraziarsi il capo, per risultare più amabili, meno ostici.
Un pò come accade tra le file del nostro meridionalismo, pur di non essere scambiati per neoborbonici, filomonarchici, nostalgici della corona.. si inventano tuttle le formule più assurde, talune abbastanza simpatiche ma perlopiù sono sigle indigeribili, al limite della parodia. Il tutto così, tanto per risultare simpatici agli altri. Ma simpatici a chi? Al padrone? Ai media di regime? Si nasconde la bandiera e l’inno perchè sennò “gli altri” ci prendono per anacronistici.
Ma non si comprende che nel momento in cui si nascondono le proprie origini si è già perso? La bandiera, L’inno, le Due Sicilie sono l’identità, l’appartenenza, la storia, il ventre dal quale proveniamo. Perciò farne a meno, occultarli, è un pò come morire, è dare ancora ragione a chi ha commesso l’assassinio del nostro mondo.
Sono un Duosiciliano, nominativo sconosciuto nei dizionari di italiano, perchè oltre a cancellare due secoli di storia duosiciliana, si è pensato bene di cancellare anche tutto il resto.
Ma io sono un duosiciliano, perchè è questo che rappresento. Non sono uno che ama la protesta tanto per “fare ammuina”, quindi poco mi aggrada vedere personaggi del genere aggirarsi attorno alla nostra lotta, con tanto di vessillo gigliato e poi magari sentirli fare dei distinguo su quello che rappresentano loro e quello che è un duosiciliano.
Non mi piace fischiare gli inni degli altri popoli per esempio, delle nazioni, neppure quello della nazione che ha soppresso e lasciato nell’oblio il mio inno, la mia Patria, il mio Stato, quello delle Due Sicilie.
Se mi è capitato di farlo e di approvare chi lo ha fatto, l’atto di fischiare dico, è perchè il malessere è arrivato a un punto di non ritorno.
Un malessere che ti asfissia e che nasce da tante violenze. Prima fra tutte è sicuramente il mascherare la provenienza storico-territoriale, celare l’identità duosiciliana, perchè altrimenti ti etichettano come neo-borbonico, come filomonarchico..
Ma nascondere di essere duosiciliano per far piacere al servo scribacchino di turno non va bene, perchè poi l’anima agisce a modo suo e così, come spesso accade, alla prima occasione l’oppresso reagisce e per ora fischia.
Chi decide di stare con i CDS, chi vuole dere supporto al progetto dei Comitati Due Sicilie, deve innanzitutto sposare questo concetto: siamo Duosiciliani!
Se poi si viene equivocati per monarchici o neoborbonici a noi poco deve interessare, anzi dobbiamo essere oltremodo orgogliosi perchè anche il Borbone fa parte del nostro DNA, della nostra genesi, del senso di appartenenza per cui lottiamo, non è stata colpa loro se sono stati i migliori reggenti del nostro territorio, noi perlopiù non siamo nostalgici della corona ma rispettiamo infinitamente l’ultima casata reale che ha amministrato la nostra terra nella maniera migliore possibile.
Non è colpa nostra se un monarca ha fatto meglio di dittatori e politicanti repubblicani che si sono succeduti dopo di loro.
Non è colpa della nostra bandiera o dell’Inno di Paisiello o delle Due Sicilie se siamo in ginocchio e al limite della dignità umana.
Anzi, quando c’era questo, noi eravamo altro, eravamo una delle società migliori dell’europa occidentale. Di cosa dovremmo preoccuparci quindi? Di mostrarci figli dello squallore che ci accompagna da 150 anni?
No grazie, io sono Duosiciliano e me ne vanto. Noi non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo fare un percorso diverso dall’identitarismo.
Non possiamo fare il verso al grillismo, non ci appartiene e soprattutto ci ritroveremmo inglobati in lotte non nostre ma semplicemente italiane.
Non vogliamo diventare meramente urlatori e giustizialisti. A noi interessa l’autonomia del territorio, il rispetto per i nostri Padri, togliere le catene da colonizzati che abbiamo ai polsi, alle caviglie e nella mente, messe alla nostra gente più di un secolo fa. Non dobbiamo spostare il cammino intrapreso da sempre, dobbiamo invece riprenderci le Due Sicilie attraverso la ricerca storica duosiciliana, attraverso la lotta identitaria duosiciliana, creando appartenenza, opinione e indirizzo; il tutto finalizzato alle Due Sicilie. Nulla di più e nulla di meno. Per tutti quelli che amano strade diverse, tanti auguri, sperando che non confondano ideologia con Patria e rabbia con Due Sicilie. Forza e onore!
Fiore Marro

FONTE: caserta24ore.it

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