giovedì 15 dicembre 2011

La rivolta degli universitari del Sud senza più treni notturni per tornare a casa

Sono 2500 gli studenti calabresi e siciliani che studiano in città. A Natale per raggiungere le loro famiglie dovranno prendere treni diurni e più cari



Il primo regalo di Natale per gli universitari calabresi e siciliani che studiano a Firenze (circa duemila e cinquecento) è di Trenitalia. Ed è una bruttissima sorpresa: cancellati gli ultimi tre collegamenti diretti dalla Sicilia alle città del nord, Firenze compresa. Niente più treni notturni, dunque. Ed addio alla comodità di addormentarsi a Firenze e risvegliarsi a Lamezia Terme, guadagnando un intero giorno di lavoro (o di vacanza) e risparmiando sul costo del biglietto. Perché ora toccherà spendere quasi il doppio, viaggiare in Freccia Rossa e Freccia Argento di giorno, e fare cambio a Roma (o a Napoli).
ADDIO NOTTE IN TRENO E GIORNATA A LAVORO- «Ci hanno tagliato fuori dal mondo, che per Trenitalia si è fermato a Napoli – riflette Anna, calabrese da poco laureatasi in Scienze Politiche – Con la Freccia della Laguna, che hanno cancellato, partivo da Campo di Marte alle 22 e 40 ed arrivavo a Lamezia Terme intorno alle 8: questo mi permetteva di tornare a casa anche per qualche week end, mentre ora diventa tutto più difficile, sia per i costi che per i tempi. E fare otto ore di treno di giorno può davvero distruggerti». Ad Anna tocca infatti viaggiare necessariamente di giorno, spendere dai 113 ai 128 euro (solo andata) rispetto agli 80 euro della cuccetta e magari trascorrere una domenica in treno per almeno 7 ore, oppure perdere l’intera giornata del lunedì a lavoro. Senza tenere conto del cambio treno necessario alla stazione di Roma o Napoli: «Se ci penso, ho già l’ansia: sperare che il treno non tardi per non perdere l’altro, la valigia che pesa,il continuo sali-scendi: io rivoglio il mio treno», confessa. Nel 2005 erano 56 i treni circolanti da Nord a Sud e viceversa. Oggi sono 26. Da lunedì 12 dicembre – con l’entrata in vigore del nuovo orario – saranno dieci: «Tra le motivazioni ho letto che viaggiavano sempre vuoti, ma non è vero: in tanti anni li ho sempre visti pieni. Pieni di maestre meridionali che insegnano in Toscana, anziani che si muovono per andare a trovare i figli: ora come faranno?» si chiede Anna.
RADDOPPIATE LE TARIFFE DEI TRENI DIURNI- Eugenio – studente di Giurisprudenza – da alcuni anni aveva già rinunciato al treno di notte: «Per il rapporto qualità-prezzo preferivo viaggiare di giorno, provando anche ad approfittare di sconti ed offerte. Oggi, però, è diventato quasi insostenibile: da quando quattro anni fa spendevo circa 60 euro per arrivare a Paola, oggi servono almeno 112 euro, anche perché le offerte sono introvabili. Poi con il ritardo con cui viaggiano i treni è molto rischioso il trasbordo: se ne perdi uno tocca aspettare anche due ore, prima che ne arrivi un altro». Al vaglio, dunque, eventuali soluzioni: «Ormai noi studenti meridionali ci confrontiamo sulle modalità con cui scendere a casa ed in molti preferiscono i voli low cost da Pisa per Lamezia con la Ryanair». Anche in questo caso, però, tra trasferimenti e check in (e la valigia dello studente che si sposta per le vacanze è sempre piena, soprattutto al ritorno) scivola via un’intera giornata.
IN PULLMAN UNA TRAVERSATA DI 14 ORE- Non resta, così, che la soluzione del pullman: il costo di circa 50 euro (per il momento) è ancora accessibile. Ma quattordici ore di strada – per giunta sulla Salerno-Reggio Calabria – rischiano di diventare un’impresa titanica: «La scelta del pullman per me è sempre stata l’ultima ratio, quando non trovavo la cuccetta sul treno o quando ero a corto di soldi» dice Rosaria, studentessa di Lettere e Filosofia originaria di Catanzaro, l’ultima fermata sul tragitto del pullman di linea. E gli altri? «Una continua ricerca di colleghi siciliani, magari automuniti: divisione delle spese, programma viaggio dettagliato per venire incontro alle esigenze di tutti, controllo delle previsioni del tempo. Insomma, uno stress», sottolinea Salvo, palermitano al secondo anno di Ingegneria. «E magari a scendere per le vacanze sei anche molto motivato, passa. Ma quando ti tocca risalire cominciano a sorgerti anche dubbi sulla bontà della scelta di studiare fuori». E chissà se questa Italia divisa in due – da oggi anche sul piano ferroviario – non possa provocare qualche brutta sorpresa per l’Ateneo fiorentino, che – secondo i dati del Ministero – vanta cinquemila iscritti provenienti solo da Calabria (1403), Sicilia (1154), Puglia (1051) e Campania (1031).

FONTE: corrierefiorentino.corriere.it

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